Essere mamme è un’emozione stupenda. Ne siamo tutte consapevoli e rivendichiamo in ogni istante della nostra vita quanto sia bello avere in grembo un bambino. La soddisfazione quando viene al mondo ed esce dall’utero è il coronamento di un percorso bellissimo, estremamente impegnativo dal punto di vista emozionale, chiamato gravidanza. Ogni azione a cui prima di rimanere incinta avevamo dato un senso, una volta saputo della presenza del bimbo, cambia immediatamente valore, come se una nuova vita stesse incominciando in quel preciso istante. Ed è proprio così, perchè infondo il nostro piccolo bambino è la nuova ragione della nostra esistenza e assicurarci che la sua crescita avvenga nel miglior modo possibile diventa il motivo più importante quando ci alziamo la mattina.
Tutti questi ragionamenti fanno in modo che accanite fumatrici smettano tutto a un tratto di fumare, consapevoli del rischio che questo vizio potrebbe provocare nel nascituro. Sono moltissimi i casi di mamme con dipendenze farmacologiche, anche importanti, che hanno smesso di assumere medicinali, onde preservare la salute del proprio piccolo.
Colite in gravidanza: malessere al quadrato?
Allo stesso tempo però ogni minimo dolore, conoscendo benissimo le proprie responsabilità materne, diventa una preoccupazione molto seria. Il pensiero che il male che stiamo provando possa essere percepito pure dal bimbo che abbiamo nella pancia è un fardello emozionale troppo grande per non destare allarmismi, anche nella mamma più causa e razionale. Uno dei tipici problemi avvertiti da una madre in gravidanza è l’infiammazione del colon. Si parla proprio di colite in gravidanza come ad una situazione particolare che colpisce esclusivamente le donne incinta, ma questa definizione non si dimostra del tutto veritiera.
Dobbiamo innanzi tutto fare chiarezza e precisare come un aspetto è il collegamento diretto tra quello che mangiamo e quello che introduciamo nel nostro organismo (nicotina, alcool ecc…) e altro è la percezione del dolore di un feto completamente nella placenta. Dobbiamo da subito tranquillizzare le neo madri, affermando come non esiste un legame diretto tra le nostre sofferenze fisiche e le condizioni di salute del piccino. Al contrario sembrerebbe invece esserci una relazione piuttosto evidente tra lo stato di salute nervosa della mamma e quello del bambino. Molti pediatri confermano come alle maggiori preoccupazioni di una donna gravida esista un aumento delle possibilità che il bimbo si agiti maggiormente, mentre nuota nella placenta. I sintomi più evidenti di questo nervosismo infantile sono i tanti calci, durante gli ultimi 3 mesi di gravidanza e i pianti più frequenti una volta uscito dall’utero materno.
Una ragione in più per avere una preoccupazione in meno
I consigli che possiamo dare alle mamme sono semplici e facilmente praticabili:
- rimanete sempre calme, non esiste nessun male che non avete già affrontato con successo precedentemente che non potete superare ora, anche in 2
- imparate a respirare profondamente non appena percepite i primi sintomi di colite nervosa
- più vi agiterete, più aumenteranno i dolori. La sindrome del colon irritabile, come tutte le infiammazioni intestinali di questo tipo, hanno origine psicologica. Cercate quindi di sgomberare la mente dai cattivi pensieri e continuate a pensare con positività alla vostra gestazione.
Colite in gravidanza: attenzione ai falsi allarmi
La maggior parte delle donne convinte di avere una colite prima di partorire, che hanno preferito farsi controllare da un gastroenterologo, hanno scoperto di non avere nessun disturbo che potesse in qualche maniera essere connesso con una colite. La vicinanza dell’intestino con l’utero gioca brutti scherzi e potrebbe amplificare dei dolori, anche piccoli, connessi con un alimentazione forse sbagliata. Il suggerimento resta quello di studiare bene le proprie intolleranze alimentari e aiutarsi conservando un diario di quello che mangiamo, prima di essere vittime di falsi allarmi e far agitare il nostro bebè.