Il diritto alla serenità.
La gravidanza è un periodo indimenticabile ma anche impegnativo da un punto di vista emozionale. Gli sbalzi d’umore e le normali paure che accompagnano la gestante come un pesante bagaglio a mano, rischiano di minare il suo diritto alla serenità. I cambiamenti fisici, le nuove sensazioni e la paura dell’ignoto possono turbare la tranquillità, indispensabile compagna durante il travaglio e il parto. In gravidanza, seguire un corso di training autogeno può essere utile per ritrovare equilibrio e per eseguire correttamente esercizi propedeutici al parto.
Ma cos’è il training autogeno.
Il training autogeno è una terapia che induce il rilassamento attraverso semplici esercizi che coinvolgono corpo e mente. Nato come metodo per combattere l’ansia e tutti gli effetti ad essa correlati, si è rivelato efficace nella gestione dello stress durante i nove mesi. Numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato che il 70% di donne, dopo aver praticato il training autogeno durante la gestazione, ha affrontato il travaglio serenamente e con un maggior sollievo dal dolore.
L’importanza del training autogeno.
Autogeno vuol dire spontaneo ed è proprio questo il fine ultimo di questa metodologia: condurre la donna a sviluppare un processo di autoguarigione, una nuova consapevolezza di se stessa. Attraverso il controllo delle emozioni, la gestante impara a conoscere e gestire le risposte del proprio fisico in presenza del dolore.
Benefici del training autogeno in gravidanza.
Gli effetti positivi del training autogeno in gravidanza sono numerosi. Praticato con regolarità, combatte tutti i problemi tipici della gravidanza. È efficace nella gestione dei disturbi fisici quali tensione muscolare, nausea, vomito, l’insonnia e addirittura è in grado di regolare la pressione arteriosa. Il training autogeno insegna a controllare la tensione, gli sbalzi d’umore, la fatica e la paura del parto. Aumentando la capacità di autocontrollo, la donna riesce a gestire in tutta autonomia e spontaneamente le fasi del travaglio. I benefici del training autogeno continuano anche dopo la nascita del bambino. La neomamma, infatti, è in grado di gestire serenamente l’ansia e la stanchezza tipici del periodo successivo al parto. Questo metodo si è rivelato efficace, inoltre, nella gestione della depressione post-partum, una fase molto delicata che interessa la sfera emotiva femminile.
Apprendere il training autogeno.
Il training autogeno deve essere appreso a partire dal quarto mese di gravidanza. Il metodo si svolge in sette fasi che riuniscono tecniche di respirazione e rilassamento unite alla capacità evocativa dell’immaginazione. La prima parte di tale esercizi insegna alla donna la percezione del proprio corpo tramite il respiro naturale e consapevole. In questo modo, la gestante impara il controllo della respirazione che sarà di fondamentale importanza durante il travaglio. L’ultima parte degli esercizi è finalizzata alla gestione della contrazione. Lo psicologo introduce degli elementi di disturbo che simulano l’arrivo della sensazione dolorosa. La gestante, attraverso l’osservazione del proprio respiro, si allena a gestire in maniera del tutto spontanea il dolore. Grazie all’introduzione di immagini e parole guida, la donna viene stimolata a formulare una reazione spontanea che le consenta di affrontare il carico emotivo e fisico del travaglio. Il training autogeno aiuta a gestire in questo modo il dispendio di energie psico-fisiche durante le delicate fasi del travaglio e del parto.